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Stress "ingrassante"


Quante volte giureremmo di non aver mangiato in maniera diversa e magari di aver fatto tutto il possibile per svolgere una sufficiente attività fisica, ma la bilancia, nel giro di 2/3 giorni segna 1 o 2 kg di più? Sono bugie che ci raccontiamo, perché in realtà abbiamo sgarrato o ci siamo lasciati andare troppo o l’aumento (leggi la parola che segue perché è importante) “temporaneo” è dovuto ad altri fattori? In questo articolo, voglio centrare l’attenzione sullo stress prolungato e sulle sue conseguenze sull’equilibrio biochimico e metabolico. Un tempo i fattori di stress erano occasionali e brevi, legati a situazioni più o meno gravi o difficili, ma generalmente più estemporanee, ora lo stress è quasi un compagno della vita quotidiana. Quando siamo stressati si verifica un super-lavoro della ghiandola surrenale, sia a livello midollare per l’emissione di adrenalina, sia a livello corticale per l’emissione di catecolamine e cortisolo, due ormoni che hanno l’effetto di aumentare l’attenzione e la gittata cardiaca, di demolire le riserve energetiche per fornire glucosio a muscoli e cervello e di preparare il corpo ad una intensa attività, innalzando la glicemia. Questo è fisiologico e naturale se lo stress è intenso e dura poco. È la nostra risposta per poter affrontare al meglio quella situazione o quell’ostacolo. Non siamo però fatti per funzionare sempre così. Oltre alle conseguenze distruttive di queste sostanze chimiche sempre in circolo di cui parlerò tra poco, spesso per trovar consolazione e appagamento temporaneo potremmo ricorrere a “cibi confortanti”, ricchi di grassi e zuccheri, al fine di alzare i neurotrasmettitori preposti alla distensione e al riposo, tramite picco insulinica (Yau YH et al., 2013). Momentaneamente, se non c’è il senso di colpa, stiamo meglio perché si alza la serotonina (ormone della serenità) e la dopamina (ormone che aumenta dopo una “ricompensa”). Ma i continui picchi insulinici portano a un aumento del deposito di grasso, quindi al sovrappeso e all’obesità e nel tempo possono portare alla sindrome metabolica e poi a diabete di tipo II (Barrington WE et al., 2005).

Ok mi potrete dire: “io non sfogo sul cibo lo stress, ma non riesco a perder peso lo stesso quando sono stressato”. Bene, dovete sapere che il cortisolo sempre alto consuma la struttura muscolare e porta al rallentamento del metabolismo (Cliff Roberts et al., 2012). Più massa magra abbiamo (muscoli in primis) più il nostro metabolismo basale sarà alto e potrà far fronte a qualche kcal in più assunta. Ma se consumiamo i muscoli il metabolismo si abbasserà e basterà pochissimo per ingrassare. Inoltre, nelle donne l’azione del cortisolo associata a una prevalenza di estrogeni rispetto al progesterone determina anche ritenzione idrica (Barry et al. 2008), un patologico accumulo di liquidi nello spazio extra cellulare, quindi interstiziale, in parte dovuto ad un drenaggio linfatico deficitario o all’aumento del contenuto di sodio che, richiamando acqua, fa sì che si accumulino dei liquidi in eccesso. Il cortisolo infatti, determina un continuo afflusso di zuccheri nel sangue: finché sono disponibili gli zuccheri il nostro corpo non andrà mai ad attingere energie dal tessuto adiposo, e anzi andrà a trasformare quest’eccesso di zucchero in un’ulteriore riserva di grasso. Il ristagno dei fluidi avviene in zone specifiche del corpo, che sono predisposte all’accumulo dei grassi, in particolare addome, cosce e glutei. A causa dell’alterata circolazione, insieme ai liquidi ristagnano anche le tossine. Tutto ciò non fa altro che alterare il metabolismo cellulare, che viene già compromesso dallo scarso apporto di ossigeno (Brydon L, 2011). L’ipersurrenalismo porta nel tempo ad esaurimento delle ghiandole surrenali, con probabile sviluppo di sindrome di affaticamento cronico e quindi bisogno di riposare nel tempo libero piuttosto che vivere una vita attiva. L’ossidazione prodotta da questi ripetuti meccanismi biochimici porta all’invecchiamento precoce dei tessuti. Quindi lo stress non è propriamente preventivo alle conseguenze del l’invecchiamento. Inoltre, lo stress cronico porta a immuno soppressione (Reiche et al., 2004) e ci si ammala con più facilità. Quindi, se non curate anche lo stress, una buona alimentazione e una sufficiente e ben strutturata attività fisica, basteranno solo a non peggiorare la situazione, con scarso risultati in termini di miglioramento della composizione corporea. Vi può bastare investire energie in un cambiamento dello stile di vita solo per un mantenimento e non per un miglioramento del vostro corpo? Non credo.

Sulla gestione dello stress ci tornerò in un prossimo articolo. Ora credo sia molto chiaro come la gestione del tempo personale e delle emozioni sia fondamentale anche in un obiettivo come quello di migliorare la forma fisica e di conseguenza la salute.

Dr.ssa Silvia Colizzi, Psicologa e Personal Trainer References



Barry D, Petry N: Gender differences in associations between stressful life events and body mass index. Prev Med 2008;47:498-503.

Brydon L: Adiposity, leptin and stress reactivity in humans. Biol Psychol 2011;86:114-120.

Barrington WE, Ceballos RM, Bishop SK, McGregor BA, Beresford SA: Perceived stress, behavior, and body mass index among adults participating in a worksite obesity prevention program, Seattle, 2005-2007. Prev Chronic Dis 2012;9:E152.

Reiche, E. M. V., Nunes, S. O. V. & Morimoto, H. K. Stress, depression, the immune system, and cancer. Lancet Oncol. 5, 617–625 (2004).

Yau YH, Potenza MN: Stress and eating behaviors. Minerva Endocrinol 2013;38:255-267.

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